On-line sul soto de “La Repubblica” il 31 ottobre 2023 l’articolo “Dagli scarti della birra alla plastica bio, la nuova fabbrica ecologica sullo stretto di Messina”.
Siamo orgogliosi di aver contribuito al progetto che, riciclando le trebbie di birra, dà vita ad un materiale sostenibile: si tratta bioplastiche che possono essere utilizzate in alternativa alla plastica tradizionale che ricavata dal petrolio.
Le trebbie di birra sono il principale materiale di risulta del processo di produzione dei birrifici: da ogni ettolitro di birra prodotta si ricavano ben 40 kg di trebbia; si tratta principalmente della glumella (la buccia) dei chicchi d’orzo, altre sostanze fibrose vegetali e un’alta percentuale di acqua.
Attualmente le trebbie vengono già utilizzate come concime o entrano a far parte della produzione di mangimi animali, ma l’alto contenuto di fibre e proteine ha fatto sì che si siano già avviati studi per il suo utilizzo anche nell’alimentazione umana.
A Roccavaldina, piccolo borgo del messinese, la Fondazione Messina, la cooperativa sociale EcosMed e il Comune, hanno invece intrapreso un percorso alternativo per il riciclaggio di questo prezioso “rifiuto”: un progetto innovativo che, prendendo spunto dalla transizione ecologica, si prefigge anche di dare slancio ad un’economia locale colpita da disoccupazione ed abbandono da parte delle fasce più giovani della popolazione, nonché la riqualificazione di un’area artigianale dismessa alla periferia del paese.
Lo stabilimento sarà totalmente eco-compatibile, verrà alimentato da energia solare ed è prevista la piantumazione delle zone circostanti a compensazione della CO2 prodotta.
Le trebbie saranno quelle prodotte dal Birrificio Messina, cooperativa messinese già impegnata a garantire l’ecosotenibilità del suo processo produttivo, tramite un importante impianto fotovoltaico ed attenzione alla salvaguardia ambientale.
La trasformazione delle trebbie per la produzione di bioplastica in pellet prevede l’essiccazione del prodotto a cui segue la sua macinazione micrometrica, per ottenere una farina finissima adatta ad essere lavorata per ottenere il prodotto finito.
La Pennati Costruzioni Meccaniche ha fornito alla EcosMed il molino polverizzatore tipo 520V, che sfrutta urti ad alta velocità per raggiungere finezze estreme, con gestione automatica del controllo di processo e della granulometria; già impiegato largamente per la polverizzazione di bicarbonato di sodio, resine silicee, vetro, materiali inerti, PET e carbone attivo, questo molino si è rivelato in fase di studio e messa a punto del processo, lo strumento ideale per raggiungere l’obbiettivo anche per questo innovativo impiego.
La trasformazione prevede poi l’aggiunta di altre sostanze che permettono l’estrusione del prodotto in pellet o fili, pronti ad essere utilizzati nelle aziende che sfruttano la plastica come materia prima nella propria produzione.
Lo stabilimento partirà, dopo 2 anni di studio, a gennaio 2024 con una produzione prevista di oltre 700 ton/anno.